AIAV e Dylog: una sinergia per le Agenzie di Viaggio
Imprenditore di successo mai domo e mai fermo. Fulvio Avataneo è una fucina di idee e di progetti inesauribile. Fin dagli albori della sua carriera ha creduto fortemente nel settore turistico e nelle sue potenzialità. Ambito in cui si muove con capacità, intuito ed entusiasmo.
Classe ’54, torinese doc, Avataneo ha sempre amato portare innovazione e nuove idee all’interno dei propri progetti. E così ha fatto per quasi 40 anni nelle agenzie di proprietà e non solo.
Oggi, come Presidente di AIAV – Associazione Italiana Agenti di Viaggio, rappresenta gli interessi di oltre 2mila agenzie di viaggi e tour operator con il piglio e l’intelligenza che gli sono tipici.
Per loro e con loro fa squadra e lotta per avere ascolto dalle istituzioni pubbliche e private, dai big-player e da tutti coloro che dovrebbero tutelare il mondo del turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente e dei beni artistico-culturali.
Un imprenditore che ha da sempre amato rendere semplici le cose difficili e rendere snelle le procedure più complesse: per questo per gestire le proprie attività si è affidato, ormai da più di 30 anni, ai gestionali per Agenzie di Viaggio Dylog.
Soluzioni software che non ha solo adottato ma che ha consigliato e che continua a consigliare a colleghi e associati.
Perché? Perché sono aggiornati, sicuri ed affidabili.
Dal suo osservatorio e dalla sua esperienza pluridecennale, secondo lei come sta cambiando il turismo?
“Oggi chi viaggia chiede un turismo più green. Opportunità che non siamo ancora stati in grado di cogliere appieno. Un po’ per colpa delle istituzioni e un po’ per colpa di chi ha poca fantasia e non investe. Eppure di opportunità ce ne sarebbero molte. Basti pensare, per esempio, a chi viene a visitare la Reggia di Venaria. Alle spalle del maestoso edificio c’è un parco stupendo che ricorda quello di Versailles. In Francia per girarlo ci sono biciclette e golf car elettriche. Qui da noi, nulla. Per questo dico che dobbiamo ancora imparare molto dagli altri Paesi che hanno poco o molto meno di noi ma ciò che hanno lo valorizzano al massimo. Ecco ciò che dobbiamo imparare: dobbiamo imparare a valorizzare il tanto che abbiamo. Del resto siamo il Paese con il più alto numero di siti Unesco.
Com’è andato l’evento Parchi da amare?
Quest’anno, dopo lo stop per la pandemia, ci siamo occupati della “mobilità sostenibile”, ambito in cui c’è ancora molto da fare. A nostro avviso è possibile creare una mobilità che tuteli l’ambiente e non depauperi le risorse che abbiamo a disposizione.
Se saremo capaci di porre la giusta attenzione a quest’aspetto, la mobilità sostenibile sarà un tema centrale degli anni a venire e potrà avere delle potenzialità, se sapremo farla divenire d’interesse sociale, come elemento di aggregazione sociale e culturale.
È davvero così difficile aprire qualcosa di innovativo od originale nel settore del turismo?
Mi capita spesso di pensare a quei tanti giovani e meno giovani che sono alla ricerca di un’occupazione. Ci sarebbero mille ambiti nei quali poter agire con una certa efficacia e nei quali non c’è bisogno di investimenti significativi, visti anche gli aiuti e i finanziamenti statali.
Ci sono settori nei quali è ancora possibile esprimere sé stessi con iniziative intelligenti e utili al mondo del turismo.
Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono previsti un pacchetto di investimenti e di riforme. Com’è possibile organizzare delle iniziative per gestirli al meglio?
L’amara verità è che noi, come Italia, non vedremo mai più così tanti soldi come in questo momento ne sono stati stanziati. D’altra parte però, è anche vero che non sono così facilmente raggiungibili. Abbiamo provato ad analizzare alcuni bandi ma li abbiamo trovati complessi e mirati a target non ben identificabili. Sono comunque convinto che sarà un’iniezione di salute economica per il nostro Paese come non ne vedremo un’altra.
Com’è cambiato il mondo delle agenzie, prima con il digitale e poi con la pandemia?
Le agenzie non sono state ancora in grado di venire fuori da uno scossone che non hanno visto arrivare. Ma non è uno scossone che arriva solo dal digitale. Il digitale è una componente, perché le agenzie sono rimaste ferme a un modello di business ormai datato: hanno continuato a vedere il loro punto di riferimento nei grandi tour operator, anziché nei piccoli, che sono quelli che possono veramente esprimere qualcosa in più. Hanno continuato a seguire le reti, i network, che però non sono stati capaci di portare alle agenzie quell’aumento di visibilità e di clientela che avrebbero invece dovuto portare.
Si è continuato a giocare sull’equivoco del consulente e dell’intermediario che non coincidono assolutamente, e oggi abbiamo un mercato agenziale che è quanto mai randellato da dei tour operator che garantiscono commissioni sempre più basse e nel contempo tentano di bypassare in modo costante le agenzie cercando di disintermediare. Ma quando le agenzie provano a disintermediare si trovano di fronte a delle norme che sono durissime, ce ne stiamo accorgendo soprattutto oggi: sono norme anacronistiche che oggi non sono più adeguate al mercato.
Le agenzie di viaggio sono demoralizzate perché sono state fortemente depauperate di risorse a causa di due anni di pandemia e di un inizio anno per tanti versi davvero orribile.
Mi auguro che passato quest’anno chi fa questo mestiere possa tornare, anche se ammaccato da mille vicissitudini, a lavorare con maggiore serenità.
Perché troppo spesso le agenzie si sono trovate costrette a gestire problematiche derivanti da numerosi fattori esogeni.
Non si può pensare che le grandi compagnie aeree, che dovrebbero fare da faro per un settore così grande e in continua espansione, si siano fatte cogliere in contropiede non trovando nemmeno più il personale necessario per far alzare in volo i velivoli. Dovevano essere loro a fare da faro ed a guardare verso il futuro dando indicazioni precise alla piccola distribuzione.
Ma così non è avvenuto, creando non pochi problemi.
Quale ruolo può assumere l’associazione per aiutare le Agenzie di Viaggio?
L’associazione svolge più attività: da una parte quella di raccordo tra la categoria e le istituzioni e dall’altra quella di fornire indicazioni alle Agenzie di Viaggio, suggerendo indicazioni sui trend e su quelle che possono essere delle potenzialità capaci di garantire un futuro o una certa prospettiva. Dopo di che c’è anche una parte che è legata al lavoro quotidiano di tessere relazioni tramite le convenzioni con le aziende che possono essere funzionali a creare delle sinergie o delle economie di scala.
Un esempio è la convenzione che abbiamo con voi di Dylog.
Una convenzione volta a far risparmiare tempo all’agenzia di viaggio che vuole portarsi in casa un software gestionale funzionale a tutte le sue attività di front-end e di backoffice. Un gestionale che fa risparmia molto tempo su tutte le operazioni e che fa risparmiare anche a livello di costi nella relazione con lo studio del commercialista.
Come con voi, abbiamo poi convenzioni per le assicurazioni, per l’hardware e per tutti quegli aspetti che sono funzionali al corretto funzionamento dell’agenzia di viaggio.
Da circa 30 anni Aiav e Dylog lavorano insieme. Un connubio che continua a funzionare?
Ho preso Dylog in azienda da quasi 30 anni. Ho visto tanti programmi, tutti gli aggiornamenti e nonostante ciò ho sempre continuato a usare Dylog, anche quando si sono presentati i vostri competitor: non cambierei Dylog perché è sempre stato coerente col suo spirito iniziale.
Quali sono tre aggettivi con i quali potrebbe definire Dylog?
Sicuro, attendibile ed adeguato.
Sicuro perché non ha mai creato un problema.
Attendibile perché quello che ha sempre promesso ha sempre dato. L’attendibilità per me è fondamentale: se io ti dico che il tuo viaggio sarà così, ti sto dicendo qualcosa che valuterai in seguito e solo allora potrai valutare la mia attendibilità.
Adeguato perché fa sempre ciò che deve. È un software che fa il suo mestiere, e lo fa bene.
Per questo sono sempre rimasto legato a Dylog, nonostante siano arrivate molte proposte. E sotto questo aspetto crediamo di aver suggerito ai colleghi un prodotto valido e affidabile.
In futuro continuerò a promuovere Dylog e d’altra parte continuerò a chiedere a Dylog di apportare delle modifiche o degli aggiornamenti affinché il software sia sempre al passo coi tempi e, anzi, anche qualcosa in più rispetto al mercato.
Dopo 30 anni di collaborazione ancora oggi consigliereste Dylog alle vostre Agenzie di Viaggio associate?
Ho consigliato, consiglio e consiglierò il software Dylog a tutte le Agenzie di Viaggio. E dico di più: lo consiglio anche ai professionisti, ai commercialisti. Dico sempre a tutti: “Se dovete utilizzare o far utilizzare un programma gestionale provate anche gli altri, ma provate soprattutto Dylog, perché è quel motore capace di fare 500mila km senza mai darti un problema.
Possiamo dire che il software Dylog è stato indispensabile per il vostro lavoro?
Assolutamente sì. Il gestionale aiuta un’azienda ad affrontare meglio il proprio lavoro. Il software Dylog mi ha aiutato moltissimo nella gestione delle mie Agenzie di Viaggio ed ha aiutato migliaia di agenzie che lo usano quotidianamente per risolvere questioni amministrative, commerciali e gestionali della loro attività.